EL MINISTRO SACCONI Y LA REFORMA DEL CONTRATO PARA LOS NUEVOS APRENDISTAS - ITALIA

II progetto Sacconi Domani il via del governo al decreto Riforma dell'apprendistato con tre nuovi contratti ROMA — Sarà presentato domani, in consiglio dei ministri, il decreto legislativo che riordina il contratto di apprendistato, sulla base delle linee guida siglate nell'ottobre scorso. Ieri il ministro del lavoro, Maurizio Sacconi, ne ha presentato una bozza alle parti sociali, visto che il percorso normativo prevede un accordo con queste e con le Regioni, prima del passaggio nelle commissioni parlamentari. Sacconi ha spiegato che «la riforma definisce l'apprendistato come un contratto a tempo indeterminato con tre possibilità: quella per il conseguimento di una qualifica professionale per i giovani senza diploma; quella che si definisce come contratto di mestiere e si conclude con la verifica della specifica competenza professionale; e quella di alta professionalità e di ricerca per concorrere o conseguire titoli universitari e di scuola secondaria superiore o di praticantato professionale finanche di dottorato di ricerca». Dall'iter normativo scaturirà un testo unico che abrogherà le leggi esistenti. Il ministro ha voluto condensare l'impianto normativo in pochi articoli, probabilmente sette, e pochi commi, proprio per agevolarne al massimo l'applicazione. Ampio il rinvio alla contrattazione collettiva sia per quanto riguarda la durata che i profili professionali. Nel merito, la novità più importante sta nel fatto che il contratto è stato riformato in modo da farne lo strumento principale di accesso nel mondo del lavoro anche per chi l'abbia perso. La prima delle tre forme di apprendistato, quella che riguarda i giovani trai 16 e i i8 anni non compiuti che debbano completare l'iter formativo, potrebbe essere assistito da forme di agevolazione per le imprese che lo adottino. Allo stesso modo potrebbe essere incentivato anche l'apprendistato professionalizzante, cioè quello che riguarda i maggiorenni tra i i8 e i 29 anni. Il terzo tipo di apprendistato, quello di alta formazione, viene esteso dal campo della ricerca e del dottorato a quello del praticantato negli studi professionali. Nell'incontro si è parlato anche di rivedere l'attuale normativa sugli stage, i tirocini e i contratti di collaborazione professionale (co.co.pro), in modo da limitarne l'abuso. La delega è a costo zero, dunque eventuali incentivi anche sul piano contributivo, devono essere trovati attraverso una razionalizzazione dei fondi già disponibili, a partire da quelli europei. Un'ipotesi è anche quella di aumentare i contributi sui contratti co.co.pro per abbassarli per quelli di praticantato. Per il segretario generale aggiunto della Cisl, Giorgio Santini, si tratta di «un'impostazione seria che sarebbe giusto, da parte del governo, incentivare attingendo alle risorse delle politiche per l'occupazione». Secondo Claudio Treves (Cgil), «ciò che ha impedito finora all' apprendistato di decollare è stato il conflitto Stato-Regioni». «La Cgil - ha concluso - parteciperà alla discussione con spirito costruttivo». Giudizio positivo della Confindustria: «Condividiamo la riforma. Ricordo che si tratta di una forma di lavoro a tempo indeterminato», ha detto Giorgio Usai, direttore dell'area industriale.
Fuente:
Corriere della Sera di mercoledì 4 maggio 2011, di Baccaro Antonella




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